BI24_2010/2020_DALLA REGIONE PIEMONTE. Caucino, Zambaia e Cane, Lega: “Donne iraniane e afghane: un vento di libertà, per isolare quei regimi”

I consiglieri regionali della Lega hanno partecipato con passione al Consiglio aperto convocato quest’oggi al Salone Internazionale del Libro per denunciare e discutere delle condizioni di vita e di sottomissione delle donne in Iran e Afghanistan. Una riunione convocata su proposta dei sindacati e con il coinvolgimento del Comitato per i diritti umani e civili guidato dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. L’assessore alle Pari Opportunità, Chiara Caucino, ha sottolineato la drammatica condizione della donna nei Paesi in cui vige la sharia, la legge coranica e lo Stato Islamico, in particolare l’Iran e l’Afghanistan e si è interrogata su cosa possiamo fare noi per aiutare milioni di donne che ogni giorno si trovano ad affrontare gravissime condizioni di privazione dei diritti e delle libertà.
“La buona notizia – ha detto – è che, proprio in quei Paesi, qualcosa si sta muovendo. Parecchie donne, chi più timidamente, chi con più coraggio, rischiando la propria vita, si stanno ribellando. Ma da sole non ce la potranno mai fare, la loro protesta, se restasse vox clamantis in deserto, non sarà mai sufficiente”. Caucino ha ricordato il barbaro omicidio, in Iran, della giovane Masha Amini e quello di una ragazzina di 14 anni è morta dopo essere stata arrestata e violentata per non aver portato il velo a scuola. Riguardo all’Afghanistan Caucino ha sottolineato l’ambigua politica del governo talebano che a parole ha promesso aperture a cui sono sempre seguiti passi indietro preoccupanti. “Sono consapevole – ha detto – che non sarà questo Ordine del Giorno a cambiare le cose. Ma sono altresì certa che se tutti faranno come noi, se il nostro esempio verrà seguito in tutto il Mondo libero, le nostre voci all’unisono non potranno che essere di conforto e vicinanza alle tante donne che lottano per difendere i propri diritti e di monito verso chi quei diritti li calpesta ogni giorno”.
“La Regione Piemonte – ha ricordato in apertura del suo intervento la leghista Sara Zambaia, vicepresidente del Comitato per i diritti umani e civili – è l’unica a essere dotata di un organismo qual è il Comitato per i diritti umani e civili, e di questo dobbiamo andare profondamente orgogliosi. Perché sono tante le emergenze sulle quali stiamo ponendo la nostra attenzione istituzionale e politica. Per questo un Consiglio regionale aperto in una vetrina internazionale come quella del Salone del Libro deve avere un significato ancora più profondo. Sono otto mesi che assistiamo al perdurare della crisi iraniana, di chi giorno dopo giorno lotta a tutti i livelli contro il regime, e da ben più tempo conosciamo il dramma dell’Afghanistan, con la rivoluzione delle loro donne scoppiata ormai nell’agosto di due anni fa. Noi stiamo cercando istituzionalmente di fare tutto il possibile, ma otto mesi sono sicuramente un tempo congruo perché momenti come quelli di oggi non rimangano parole al vento”.
“Tutti insieme, dalle Regioni all’Europa e fino all’Onu – ha continuato Zambaia – dobbiamo diventare il sedimento di quelle lotte politiche che quei popoli stanno portando avanti a poche migliaia di chilometri da noi. Il nostro è un contesto democratico che non solo deve farci apprezzare che siamo nati dalla parte giusta del mondo, ma che deve farci trovare l’atto politico per isolare quei regimi e per supportare giovani, donne e uomini stanno combattendo per un’ideale di vera libertà. Come in Iran, come in Afghanistan, ma anche in Egitto, Yemen, Palestina, Iraq, Algeria: ovunque arrivino straordinari esempi di coraggio che ci ricordano cosa significa mettere in gioco la propria vita per un bene superiore e collettivo, che non è scontato dall’altra parte del mondo nonostante le menzogne della propaganda”.
“Come politici – ha poi aggiunto nel suo intervento il leghista Andrea Cane -, dobbiamo impegnarci a sostenere le donne afghane in questa lotta per la libertà e l’emancipazione. Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che le loro voci siano ascoltate e che i loro diritti siano rispettati. Ciò richiede un’azione a livello internazionale, collaborando con altre nazioni e organizzazioni che condividono i nostri valori e principi. Innanzitutto, dobbiamo esercitare pressioni diplomatiche sui talebani affinché rispettino i diritti umani delle donne. Dobbiamo fare chiaramente capire che la comunità internazionale non tollererà violazioni dei diritti delle donne e che vi saranno conseguenze se i talebani non rispetteranno gli standard internazionali in materia di diritti umani”.
“Non possiamo abbandonare le donne afghane in questo momento critico – ha assicurato quindi Cane -. Dobbiamo essere al loro fianco, offrendo sostegno e solidarietà. Dobbiamo promuovere iniziative che favoriscano l’empowerment delle donne, consentendo loro di essere autonome e di contribuire pienamente alla costruzione di una società inclusiva e prospera. Dobbiamo proseguire a fare sentire la loro voce con strumenti come quello odierno, un Consiglio aperto dentro un grande contenitore divulgativo, che è una camera di risonanza mediatica per parlare a tutti”.

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