BI24_2010/2020_IL BIELLESE IN LUTTO. E’ morto Giuliano Fighera, fotografo, giornalista, collega. Amico. Fratello. Aveva 62 anni

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Giuliano Fighera, fotografo, giornalista, collega, amico, fratello, è morto a soli 62 anni. E se per tante persone è difficile mettere insieme qualche parola di ricordo, per lui è quasi impossibile mettere in fila le migliaia di ricordi, di discorsi, di risate, di brindisi, che hanno scandito la nostra vita comune.
Vado a braccio, così, tra una lacrima e l’altra… Era la fine degli anni Settanta, io avevo sì e no sei o sette anni e tu una quindicina o poco più e, con il mio babbo, si partiva per andare a sciare, che fosse Bielmonte o Cervinia, Sestriere oppure San Vigilio di Marebbe: andavamo su e poi scendevamo giù, senza paura, tra le montagne bianche, ridendo.
E poi siamo cresciuti, siamo diventati uomini, siamo diventati giornalisti, siamo diventati alpini, ma siamo rimasti – io e te, biellesi atipici, persone di mondo – quegli stessi ragazzini che sfidavano la gravità. Che scivolavano leggeri leggeri, più veloci degli altri, senza quasi accorgersene: due “milanesi” brillanti, rapiti da questo territorio piccolo piccolo, che a volte ci andava così stretto.
Ricordo il tuo addio al celibato, su al “Polenta e cervo”: a momenti il proprietario del ristorante, ci sbatteva tutti fuori al secondo antipasto. Ricordo una notte trascorsa in un’auto parcheggiata in piazza Adua, a fumare e parlare, dopo aver bevuto il solito cocktail di troppo. Ricordo che quando ci trovavamo, sul lavoro oppure dentro ad un bar, non era mai, per tutti e due, come ritrovarsi con gli altri colleghi.
Ed ora che non ci sei più da queste parti, io so esattamente dove sei, cosa stai facendo: il mio papà, che è stato anche un po’ il tuo papà, ti è venuto a prendere. Vi siete vestiti eleganti, avete bevuto qualcosa, avete corteggiato – con discrezione – tutte le donne del locale. E domani vi alzerete presto, infilerete la tuta, gli scarponi e gli sci e scendere giù, veloci, veloci, con ancora in bocca il gusto a volte amaro, ma sempre affascinante, di chi comunque, non sarà mai come gli altri. Ciao Julien, continua a sorridere, non smettere mai.

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