“Per me e per tutto il mio gruppo – anticipa il capogruppo regionale della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – questa è stata una battaglia identitaria e di giustizia, tanto da averla inserita in un apposito provvedimento al Collegato oggi anticipato da un Ddl di giunta per accelerare i tempi. Per la Lega è un dovere ringraziare con azioni concrete chi lavora in prima linea garantendo che la nostra Sanità sia un’eccellenza riconosciuta da tutti. Lo è stato con la stabilizzazione degli ‘eroi del Covid’, con un’operazione che non ha precedenti nella storia del Piemonte, e lo è oggi con l’aumento da 60 a 100 euro del corrispettivo per le prestazioni aggiuntive dei medici dei Pronto Soccorso e del 118. Sono stato io, come capogruppo, il primo ad aver voluto valorizzare lo spirito di servizio di chi decide di mettere le proprie competenze al servizio del pubblico. Una gratificazione che vuole anche essere un incentivo per fermare l’emorragia di professionisti verso il mercato privato e per invertire una tendenza non più economicamente ed eticamente sostenibile”.
“Per fare buona politica serve realismo – ricorda Preioni -, e tutti sappiamo che oggi certi servizi non verrebbero erogati se non chiedessimo la collaborazione dei privati. Ma con il sistema dei gettonisti stiamo alimentando la degenerazione di una mangiatoia per le cooperative che deve essere scardinata e regolamentata. Una consuetudine che non è più imposta da uno stato di necessità ma che si sta trasformando in una giungla senza regole, reclutando anche chi non ha le competenze per operare in un Pronto Soccorso e che quindi mette in pericolo la salute e la vita stessa dei nostri malati. La decisione di oggi è un primo passo per cambiare rotta. Nella certezza che il nostro governo riformerà l’intero sistema, partendo dal superamento del numero chiuso nell’accesso alla facoltà di Medicina”.
“Il fenomeno dei cosiddetti gettonisti – ricorda poi il presidente della Commissione Sanità, il leghista Alessandro Stecco – nella nostra regione è in linea con l’andamento nazionale: quattro medici su dieci infatti hanno dichiarato, secondo i dati raccolti della Federazione Cimo-Fesmed, di essere interessati alla libera professione a gettone, con guadagni più alti e maggiori autonomie nella gestione degli orari. I pochi medici che ci sono, quindi, vanno trattenuti nel sistema pubblico già gravato da problemi infrastrutturali maturati in anni di tagli, centralizzazione e da una visione miope. L’aumento da 60 a 100 euro è la risposta, accolta e supportata dalla commissione Sanità che presiedo, che la Regione Piemonte mette in campo per affrontare questo problema strutturale. Il Pronto Soccorso, ambito complesso e impegnativo, è il primo target della nostra azione cui daremo seguito con il Piano straordinario che coinvolgerà anche infermieri e operatori sanitari. Una promessa che ci eravamo impegnati a mantenere, che ci vede interlocutori attivi verso un problema di cui mi sono sempre fatto portavoce in Consiglio regionale”.
“Stiamo infatti mettendo a punto – aggiunge ancora il capogruppo Preioni – un accordo sindacale contrattuale da 4 milioni di euro per aumentare il corrispettivo delle prestazioni aggiuntive anche per gli infermieri. E personalmente sto inoltre lavorando a una legge ad hoc per il Vco, territorio che gode della specificità montana ed è confinante con la Svizzera verso la quale paga un gap salariale anche del 400%, per tutelare i nostri sanitari con un contributo aggiuntivo che li convinca a non espatriare”.
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