BI24_2010/2020_IL MONDO VISTO DA BIELLA. Sandro Delmastro: “La ricostruzione del Donbass: un progetto pilota per la Russia”

_Sandro Delmastro delle Vedove
Come hanno sottolineato nelle ultime settimane alcuni funzionari russi, tra cui l’economista Sergei Glazyev, le sanzioni occidentali contro la Russia hanno prodotto limitati danni immediati all’economia nazionale, ma hanno anche avuto un effetto collaterale non previsto da chi le ha ideate. Hanno imposto infatti un’accelerazione della transizione da un’economia basata sull’esportazione di materie prime ad un’economia che dà priorità all’industrializzazione e allo sviluppo delle infrastrutture. Il distacco dal dollaro e dall’euro, la necessità di sostituire le importazioni e l’attenzione al finanziamento di progetti economici (rispetto alle precedenti operazioni monetarie della Banca Centrale) hanno contribuito al necessario ripensamento.
Per certi aspetti, il nuovo approccio assomiglia al rapido sviluppo industriale raggiunto dalla Cina negli ultimi due o tre decenni. La costruzione del ponte che collega la regione russa di Taman, sulla sponda orientale dello Stretto di Kerch, con la Crimea, a ovest, può essere considerata un preludio al cambiamento, poiché è stata completata in soli due anni per il traffico stradale e in tre anni per quello ferroviario. La regione del Donbass viene vista come parte integrante del progetto di industrializzazione dell’intero sud-ovest della Russia. Nel caso di Mariupol, in meno di tre settimane dalla presa della città, il suo porto e le aree costiere circostanti sono state liberate dalle mine marine, consentendo il trasporto sul Mar Nero, attraverso il Mar d’Azov.
Le prime navi hanno attraccato al porto per il carico già verso la metà giugno. Altri progetti saranno finanziati da un fondo speciale di recente creazione di 2000 miliardi di rubli (attualmente circa 35 miliardi di dollari), che opera come un’amministrazione straordinaria, superando la precedente burocrazia finanziaria che li aveva rallentati o addirittura bloccati. Nell’ambito delle partnership create tra le 20 regioni russe più ricche e le regioni del sud-est dell’Ucraina, ora sotto il controllo russo, i progetti realizzati saranno rimborsati dal fondo speciale e saranno esentati dal precedente sistema di monitoraggio fiscale.
In questo modo si intende evitare il tipo di ostacoli burocratici che in passato hanno impedito la realizzazione di progetti infrastrutturali ed industriali in Russia. Se le nazioni occidentali abbandonassero finalmente l’attuale politica della cortina di ferro, il porto di Mariupol potrebbe essere trasformato in un nuovo hub per l’arteria meridionale della rete di trasporto della Nuova Via della Seta tra l’Asia e l’Europa, oltre a contribuire al Corridoio Nord-Sud da San Pietroburgo in Russia a Bandar Abbas in Iran.

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