C’è un’immagine che a Casa Tempia conservano nel cuore: ritrae un cagnolino bianco, anziano e cieco, che si accuccia sul letto di una paziente. Lei, malata in condizioni critiche, ritrova le forze per qualche istante, allunga una mano e la posa sul suo amico a quattro zampe per una carezza. «Sono episodi come questo» dice la coordinatrice infermieristica Marta Crepaldi «che ci fanno capire come anche un dettaglio piccolo come questo sia importante per la serenità delle persone che curiamo nell’ultima parte della loro vita».
Ricreare il più possibile un ambiente confortevole e familiare è la ragione per cui gli animali domestici sono i benvenuti all’hospice di Gattinara, la struttura che è punto di riferimento per le cure palliative in provincia di Vercelli, gestita dalla Fondazione Tempia su mandato e sotto il coordinamento dell’Asl. Quando è possibile, le terapie si svolgono a domicilio e sono la maggioranza degli interventi e delle prestazioni dello staff medico con sede nel Presidio sanitario polispecialistico di Gattinara. Ma accade che non ci sia altra soluzione al ricovero. In questo caso le stanze dei degenti sono organizzate in modo da garantire tranquillità e attenzione, perché siano non tanto un ospedale ma una residenza, una casa non così lontana dalla propria casa. La presenza di volti amici e familiari intorno ai pazienti è importante. E lo è anche quella dei cani e dei gatti che hanno accompagnato a lungo la loro vita.
A Casa Tempia le porte sono aperte anche per loro, con tutte le precauzioni del caso a cui si sono aggiunte, negli ultimi due anni, quelle per la pandemia. «Ultimamente le visite degli animali domestici sono un po’ diminuite proprio per questa ragione» aggiunge Matteo Cometto, coordinatore medico per la Fondazione Tempia dell’hospice, guidato dalla responsabile della struttura semplice a direzione universitaria di cure palliative dell’Asl di Vercelli, Alessandra Maria Galetto. «Stiamo parlando di una decina di incontri ogni anno» prosegue Cometto. «La nostra priorità rimane quella di aiutare il paziente sotto tutti i punti di vista e la possibilità di una continuità con la vita domestica precedente al ricovero è un obiettivo da perseguire». Soprattutto, la disponibilità a organizzarle c’è sempre, qualora ce ne sia la possibilità.
La storia degli hospice per i malati terminali nasce nel 1948 quando il medico londinese Cicely Saunders ebbe in cura un paziente originario della Polonia e scampato allo sterminio degli ebrei nel ghetto di Varsavia. Era malato di cancro, senza speranza di guarigione, ma la dottoressa non cessò di visitarlo: «Di fronte a quella morte imminente» disse Cicely Saunders «ebbi una sorta di rivelazione. Realizzai che dobbiamo non solo curare meglio il dolore, ma sviluppare una visione globale di cura del dolore. Le persone, soprattutto quelle alla fine della loro vita, hanno bisogno di uno spazio per essere se stesse».
L’hospice di Gattinara dal 2010 è intitolato a Elvo Tempia che, prima che entrassero nei protocolli sanitari regionali e nazionali, percepiì l’importanza delle cure palliative e, negli anni Novanta, creò una squadra per l’assistenza domiciliare dei pazienti in provincia di Biella. Nel 2021 Casa Tempia ha accolto 191 pazienti, oltre 40 in più rispetto al 2020, e ha fornito 2.352 prestazioni a domicilio su tutto il territorio della provincia di Vercelli, dall’alta Valsesia alla pianura lungo il Po. L’anno precedente erano state 2.049.
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