BI24_2010/2020_DA CONFARTIGIANATO. Pasticcerie e imprese dolciarie: il 79,3% subisce la pressione con costi maggiori per la clientela

Le imprese italiane stanno subendo un pesante contraccolpo dalla crisi energetica, con una accentuata perdita di competitività rispetto ai competitor europei. Come evidenziato da una nostra recente analisi, il 73% dell’aumento dei prezzi, pari a 4,9 punti di inflazione, deriva dai beni energetici, che a marzo, nel confronto internazionale, segnano un aumento del 53,5%, 8,8 punti in più rispetto al +44,7% della media dell’Eurozona e maggiore di 15,9 punti rispetto alla Germania e di 24 punti rispetto alla Francia. In questo periodo, oltre alla dinamica dei costi energetici, cresce anche la pressione dei prezzi internazionali dei cereali che, valutati in euro, salgono del 43,6%. Sono interessate 3.889 imprese piemontesi della pasticceria e del settore dolciario (che include produzione manifatturiera di biscotti, cacao, cioccolato e di gelati) con un’alta vocazione artigianale: le 3.085 imprese artigiane rappresentano il 79,3% delle imprese totali del settore in esame.
Le pasticcerie italiane, piemontesi comprese, stanno assorbendo la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, con ricadute sui prezzi praticati alla clientela.
Dall’esame dell’indice dei prezzi degli Altri prodotti di panetteria e pasticceria– la voce che comprende i prodotti di pasticceria freschi – emerge che a febbraio 2022 l’Italia segna un aumento dei prezzi che si ferma al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%). Nel confronto internazionale, la dinamica dei prezzi di riferimento della pasticceria fresca in Italia è più moderata del +3,5% dell’Eurozona e del +4,0% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto agli altri 23 paesi dell’Unione europea a 27 e, in particolare, rispetto al +7,5% della Spagna ed al +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%). La situazione è presumibilmente migliore per il Piemonte, tenuto conto che figura tra le regioni italiane (3-ultima) con la minor dinamica dei prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche (+4,1% v.s. +4,8% nazionale). A livello provinciale, ancor più positiva la situazione per Torino (+4,0%), Novara (3,9%) e Biella (+3,5%), tutte e tre con trend prezzi inferiore a quello regionale.

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