BI24_2010/2020_IL MONDO VISTO DA BIELLA. Sandro Delmastro: “La ‘mania Woke’ vista da Vladimir Putin in Russia…”

_Sandro Delmastro delle Vedove
La riunione annuale del Valdai Club, tenutasi a Socci il 18-21 ottobre, è stata dedicata al tema centrale nel mondo odierno: “Riorganizzazione globale nel XXI secolo: l’individuo, i valori e lo stato”. Il Presidente russo Putin, prendendo la parola l’ultimo giorno, ha affrontato la natura sistemica della crisi da un punto di vista culturale alto. Dopo il collasso del sistema sovietico trent’anni fa, ha detto, ci furono “coloro che si sentirono vincitori della Guerra Fredda… e pensavano di aver raggiunto la cima dell’Olimpo. Presto scoprirono che il terreno cedeva sotto i piedi anche lassù e stavolta toccava a loro. Nessuno poteva ‘fermare l’attimo fuggente’, non importa quanto ciò sembrasse giusto”. Di fronte a globalizzazione, guerre di cambiamento di regime e Coronavirus, “solo gli Stati sovrani possono rispondere con efficacia alle sfide dei tempi e alle esigenze dei cittadini. Di conseguenza, un efficace ordine internazionale dovrebbe tener conto degli interessi e delle capacità dello Stato e procedere su quella base, e non cercare di dimostrare che non esistono…
Dopo tutto, è chiaro che quando scoppia una vera crisi rimane solo un valore universale ed è quello della vita umana, che ogni stato decide da solo come proteggerlo al meglio, basandosi sulla sua abilità, la sua cultura e le sue tradizioni”. Alla domanda su come possano Stati con tradizioni diverse unirsi tra di loro, Putin ha risposto in modo definito da Helga Zepp-Larouche “quasi cusaniano”. “Sapete qual è il trucco? È che naturalmente c’è molta diversità e ogni nazione del mondo è differente. Eppure, c’è qualcosa che unisce tutti i popoli. Dopo tutto, siamo tutti uomini e vogliamo tutti vivere. La vita è un valore assoluto”. Sulla questione di come affrontare le ingiustizie, il Presidente russo ha attaccato implicitamente la degenerazione culturale in occidente. “La lotta per l’eguaglianza e contro la discriminazione è diventata un dogmatismo aggressivo, sconfinante nell’assurdo, quando le opere dei grandi autori del passato, come Shakespeare, non si insegnano più nelle scuole o nelle università, perché si crede che loro idee siano arretrate. Si dichiarano i classici arretrati e ignoranti dell’importanza del genere o della razza…”.
“Contrastare il razzismo è necessario e nobile, ma la nuova ‘cancel culture’ è diventata una ‘discriminazione al contrario’, e cioè razzismo al contrario. L’enfasi ossessiva sulla razza divide ulteriormente le persone, laddove i veri combattenti per i diritti civili sognavano precisamente di eliminare le differenze e si rifiutavano di dividere la gente per il colore della pelle”. Putin ha scelto specificamente una citazione di Martin Luther King per illustrare l’idea: “‘Ho sognato che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati dal colore della pelle ma dal carattere’. Questo è vero valore… ognuno di noi è un essere umano. Questo è ciò che importa”. Per contrasto, ha detto, la discussione sul diritto di genere o del cambiamento di sesso per i fanciulli è diventata una “fantasmagoria”. “Chiunque osi affermare che l’esistenza di uomini e donne sia un fatto biologico rischia di essere ostracizzato”. Tentativi del genere non sono nuovi, ha detto, ricordando che negli anni venti alcuni “Kulturträger sovietici” inventarono “un nuovo idioma nella convinzione di stare creando una nuova coscienza e cambiando i valori in quel modo. E, come ho già detto, fecero una tale baraonda che ancor oggi fa rabbrividire”.

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