Bruciavano i corpi ammassati insieme, anche quattro per volta, senza nessun rispetto per i morti ed i loro parenti? Buttavano i resti che il forno non riusciva ad eliminare, in alcuni contenitori che poi venivano abbandonati nelle sale della struttura con dentro ossa e teschi? E soprattutto, anche se sembrerà quasi ironico: quante persone, oggi, sono certe che le ceneri su cui hanno pianto o che si tengono in casa, siano proprio quelle del familiare deceduto?
Sono domande terribili, quelle a cui stanno rispondendo, in queste ore, le due persone arrestate ieri dai carabinieri, dopo mesi di inchiesta segretissima portata avanti dalla sezione di polizia giudiziaria che ha sede al terzo piano del Tribunale, anche attraverso l’ausilio di alcune telecamere nascoste. Quando la Procura non ha più avuto dubbi, sul comportamento tenuto dai responsabili della struttura, ha letteralmente “scatenato l’inferno”, facendo giungere all’interno del cimitero centrale di Biella, decine di uomini, macchine, persino un elicottero.
Il Tempio crematorio è stato subito posto sotto sequestro, mentre i militari accompagnavo in carcere il proprietario ed il direttore delle attività: si tratta di due persone molto conosciute in tutta la Provincia. Brava gente. Gente che lavora. I Biellesi, in queste ore, non sanno letteralmente cosa dire, tra rabbia ed incredulità, ma una cosa è certa: per muoversi in maniera così repentina, la Procura biellese non può non essere in possesso di prove più che schiaccianti. Come dicevamo prima, le risposte che i due arrestati stanno dando in queste ore, sono pesanti quanto le domande che si stanno facendo, adesso, i parenti delle persone cremate in questi anni. Macigni terribili, sulla quotidianità e sulla parte più intima della vita biellese.
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